Venerdì – VII settimana di Pasqua
In quel tempo, quando [si fu manifestato ai discepoli ed essi] ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Commento e riflessioni
Dopo aver mangiato l’Eucaristia, dopo aver rivissuto il gesto di donazione d’amore di Gesù…
l’amore che riceviamo ci chiama e contemporaneamente ci sostiene nel decidere di coinvolgerci, di donare a nostra volta amore.
La prima consapevolezza fondamentale della vita è di non essere noi la fonte dell’amore, neanche di quello che vogliamo dare noi.
Le tre domande di Gesù a Pietro ripercorrono il suo triplice tradimento: sono il cammino dell’amore di Gesù che accompagna l’apostolo fino all’abisso del suo allontanamento.
Pietro può così toccare la propria vergogna accompagnato da Gesù e guarire la ferita che si è inferto tradendo l’autore della vita, la sua vita stessa.
Dopo aver attraversato con Gesù il baratro delle vergogne e delle paure più profonde, con Pietro riemergiamo, più umili, ridimensionati, ricondotti finalmente alla verità di noi stessi, oltre i nostri volontarismi e le immagini eccessive; ora possiamo rispondere con umile libertà all’invito chiaro di Gesù: “Seguimi”!
Prima, come Pietro, desideravamo ardentemente farlo, ma c’era troppo delle nostre forze, del nostro volontarismo, del nostro narcisismo.
Ora, assieme a Pietro, possiamo accostarci alla sorgente dell’amore e divenirne i gioiosi diffusori, semplici diffusori di un dono che non è nostro.
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Rifletto
Quali sono stati i tradimenti fatti che ricordo con più dolore? Quali quelli subiti?
Quel “Seguimi” oggi è rivolto anche a te: dove ti conduce?