“Mercoledì- XXVII settimana del T.O.”
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
Commento e riflessioni
L’intimità che Gesù ha con il Padre colpisce particolarmente i discepoli, i quali vorrebbero imitarla.
Potremmo anche noi chiedere al Signore di insegnarci a pregare, convertire il nostro cuore per stare sempre con lui con cuore libero e sincero.
È il senso di questa preghiera: purificare la nostra idea di Padre e cercare non tanto profonde e artificiose intuizioni mentali, ma la relazione sincera, seppure a volte faticosa, con lui.
Gesù dà l’imperativo «Dite… ». Si tratta di un’indicazione che, apparentemente generica e sommaria, è in sé completa.
Difatti, il Padre nostro è, insieme, una preghiera di domanda, di lode e di benedizione.
In particolare, Gesù ci insegna che il chiedere non è espressione di egoismo, ma di accoglienza di Dio, poiché quando il cuore è rivolto all’avvento del suo Regno, ogni richiesta si sintonizza sulla stessa frequenza di Dio e apre alla santificazione, perdona i peccati, non abbandona alla tentazione, libera dal male…
Marco Ruggiero-getupandwalk
Rifletto
Come posso crescere oggi nel ricercare l’intimità con Dio?
Cosa significa per me che Dio è Padre?