“Li amo’ fino alla fine” – Gv. 13,1-15
“Li amo’ fino alla fine”.
Come sono belli i gesti del Signore Gesu’!!!!
Quanto amore,
quanta delicatezza!
Sia in quelli dell’istituzione dell’Eucarestia,
che ricordiamo oggi,
sia in quello della “lavanda dei piedi”.
Davvero Gesù “ci ama fino alla fine”.
Totalmente.
Quello che ci consegna oggi,
è il Suo messaggio di come vuole che il mondo sia:
Un mondo in pace,
solidale,
dove l’uno si prenda cura dell’altro.
Eppure Giuda deve aver scambiato questi gesti per debolezza.
È bello pensare alla “cena”, e
che il tavolo,
l’altare,
su cui essa si svolge,
sia la nostra vita.
I commensali siamo noi,
con le nostre varie sfaccettature.
C’e’ la parte buona di noi,
con quella non buona.
C’è la tenera,
la rozza,
la ferita e la malata.
Il pane e il vino poi,
sono i frutti del nostro vivere ogni giorno.
Sono la fatica,
il lavoro onesto,
la famiglia,
le gioie e i dolori,
il nostro cuore.
È bello pensare che
sia questo l’altare che il Signore
usa per la Santa Cena.
È bellopensare che siano questo il pane e il vino che diverranno il Suo Corpo e il Suo Sangue.
Gesu’ci ama,
e ci ama fino alla fine.
Consacrando il pane e il vino sull’altare della nostra esistenza,
ecco che Lui,
nel Suo immenso Amore,
santifica la nostra vita,
la fa’ diventare bella,
gli da’ grande dignita’,
e un valore immenso.
Ogni vita,
ogni esistenza,
e’ preziosa davanti agli occhi del Signore.
Qualora qualcuno pensasse che la sua esistenza non e’ tale,
perche’ non si sente apprezzato,
amato,
perche’ vede solo i suoi fallimenti,
sappia che non e’ così.
Ancora il Signore si serve e servira’ di questo altare,
di quel pane,
di quel vino.
Che siamo noi.
Come ci sono vicini questi gesti delicati!!!!
Ancora il Signore,
ad ogni Eucarestia,
li compie.
Continuando a servirci,
si alza e ci lava i piedi,
senza che neppure ce ne accorgiamo.
Lo fa’ delicatamente,
in punta di piedi,
senza dar spettacolo,
o mostra di se’.
Anche a noi chiede di far così,
offrendo il nostro servizio,
silenzioso ma efficace,
sull’altare del mondo.
Sia benedetto Dio,
Pane di vita e di bontà .
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 13,1-15
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».