Giovedì dopo le ceneri
Ci sono momenti della vita in cui tutto sembra seccarsi all’improvviso, perdere le foglie, appesantirsi, non vestire più comodo la nostra vita.
Ci sono tempi della vita in cui un vetro sembra separarci dalla gioia vera, in cui la stanchezza, la fatica, il peso delle nostre scelte è troppo per essere sostenuto e l’unico desiderio che abbiamo è quello di dire basta e mollare tutto.
E perché non farlo? Perché non dire basta e mollare la pesantezza che ci attanaglia?
Perché non aprire le mani e lasciare che il Signore si prenda cura delle nostre fatiche e ci aiutai a diventare leggeri nella fatica, forti nelle difficoltà?
Perché non lasciare che il secco della nostra vita cada e noi possiamo rivestirci di nuove foglie?
A quattro mani, la croce è più leggera.
Aprire le mani e il cuore, lasciare che la croce diventi bussola verso la gioia e la leggerezza, non ancora nella fatica.
Aprire le mani e lasciar cadere tutto l’eccessivo e l’eccesso.
Scoprirsi creatura nuova, senza corazza, libera di camminare con gioia leggera nella sua Luce, verso la vita vera.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,22-25
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».