DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Mc 14,12-16.22-26 – “La cena per noi”

SS Corpo e Sangue di Cristo

Mc 14,12-16.22-26
“La cena per noi”.
La cena è il momento in cui la famiglia si riunisce,
condivide la giornata,
le gioie,
i dolori,
le fatiche.
Anche una cena tra amici è un momento di festa.
Gesu’ amava le cene.
Quelle con Maria e Giuseppe.
Quelle con gli amici,
come con Lazzaro e le sue sorelle a Betania.
Quelle con i peccatori,
come quella con Zaccheo.
Ancora oggi ama le cene,
e quei momenti intimi.
I discepoli di Emmaus ce lo dimostrano.
La Cena oggi,
la condivide con noi,
che siamo Sua famiglia.
E noi dobbiamo essere grati di questo.
In essa Dio si fa’ nostro Cibo.
Cibo buono e gustoso.
Necessario per vivere.
Nutrimento dell’anima.
Oggi e’ la festa del Corpus Domini.
Oggi e’ la festa della famiglia di Dio.
Di tutti noi,
riuniti alla Sua Mensa in “Rendimento di Grazie”.
In essa è presentata tutta la nostra vita.
L’altare,
è la mensa.
La tovaglia,
è il nostro quotidiano.
Le candele accese
sono la nostra preghiera.
I fiori
sono i figli,
i genitori e i parenti,
gli amici,
le persone care.
Il pane e il vino,
il nostro duro lavoro,
le gioie e le amarezze,
le tante grazie ricevute,
i successi e fallimenti.
Davvero ogni briciola di quel Pane,
ogni goccia di quel Vino,
sono cosa preziosa,
importante.
Perche’ ogni briciola,
ogni goccia,
e’ ogni giorno della nostra vita.
Ogni briciola di pane,
ogni goccia di vino,
ci rappresenta,
Siamo noi.
Noi non ci rendiamo conto a sufficienza di quale grande cosa sia quella Mensa e parteciparvi.
Davvero grande è il nostro Dio.
Davvero grandi siamo noi per Lui.
Non una briciola di quel Pane andrà sprecato,
perché nessun momento della nostra vita per Te e’ da gettare.
Verranno trasformati nel Tuo Corpo,
e nel Tuo Sangue,
e noi saremo per sempre stretti a Te in un grande abbraccio d’Amore.
Sia benedetto Dio,
Nostra Pane di vita.

Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.