DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Secondo Marco 10, 13-16

“VII settimana del T.O.”

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Commento e riflessioni

Nel cammino di fede, la meta da raggiungere è l’infanzia spirituale – cioè diventare come bambini – dove il valore supremo è l’abbandono in Dio Padre, il pieno distacco da sé, la libertà interiore, il lasciarsi andare, il lasciarsi abbracciare da Lui, l’apertura totale alla Sua volontà.

Più si va avanti nella vita, più si diventa arroganti, più c’è il pericolo di non essere più bambini.

La fede, la fede matura, ha bisogno dell’infanzia spirituale.
Qui sta il pericolo più grave per la nostra fede: diventare grandi e autosufficienti per non dipendere dal Padre e di non avere più bisogno del Suo amore e della Sua grazia.

Il capolavoro dell’uomo di fede è questo: diventare bambino.

Però questo non è facile e ci vorrà forse tutta la vita per giungere a questa vittoria del bambino sull’uomo vecchio che è in noi.
La nostra piccolezza ci invoglia a chiedere, a pregare, a vivere nella fiducia.
La fiducia genera la confidenza fino al l’intimità più profonda.

Questo è il punto più alto nel cammino di fede: placare la propria anima e abbandonarsi in Dio come bimbo sul seno della mamma.

Don Nikola Vucic